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Rallenta il debito, ma l’Italia non cresce

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Il 2014 si chiude con un debito pubblico di 2.135 miliardi, in aumento di 66 rispetto al 2013, quando era cresciuto di 79 miliardi rispetto all’anno precedente; qualche maquillage di fine anno ha permesso anche di mostrare una forte riduzione del debito a dicembre.
Resta al palo invece l’economia: da ben 3 anni e mezzo non si rileva una variazione trimestrale positiva del Pil e, sebbene qualche timido dato positivo giunga dall’occupazione, il quadro d’insieme resta ancora molto fragile.
Il 2015 potrebbe anche essere l’anno di svolta, ma senza le riforme e un abbassamento delle tasse la ripresa rimarrà anemica.
Di seguito un breve estratto dall’Osservatorio sui dati economici italiani della Mazziero Research.

Il 2014 si chiude con un debito pubblico di 2.135 miliardi, in aumento di 66,2 rispetto al 2013; non possiamo dire che si tratti di un dato confortante, ma dobbiamo rilevare che si tratta di un aumento annuale del debito inferiore di 13 miliardi rispetto ai 79,1 miliardi dello scorso anno.

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Dalla Tabella dove vengono riportate le variazioni mensili si potrà notare che nel solo mese di dicembre 2014 il debito pubblico è diminuito di 25 miliardi.
Per quale motivo si è avuta una riduzione così consistente?
Le possibilità sono diverse e potremmo senz’altro attribuire questo miglioramento ai versamenti delle imposte a dicembre, in particolare i tributi locali; proprio il fatto che questi tributi vengano versati centralmente e poi trasferiti in un secondo momento può migliorare anche il fabbisogno.
Ma a parte ciò, non è escluso, che vengano poste in essere delle attività di maquillage che migliorino per la chiusura dell’anno i conti pubblici.
Infatti, se si vanno ad esaminare i valori del debito mensile degli ultimi 5 anni possiamo notare che 5 volte su 5 il debito di dicembre presentava una diminuzione rispetto a quello di novembre, per poi aumentare nel gennaio successivo.

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La Tabella precedente dimostra quanto sopra affermato presentando i valori del debito pubblico dal 2010 sino al 2014, e includendo una stima del debito di gennaio 2015, che verrà reso noto nel prossimo mese di marzo. Il grafico successivo ci mostra l’andamento del debito pubblico italiano, evidenziando con un tratto grigio le stime Mazziero Research dei valori che verranno resi noti a metà marzo.

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L’Italia si mantiene in recessione, il 2014 si conclude con un -0,4% del Prodotto interno lordo e con un IV trimestre invariato; sono ormai 14 trimestri, ben 3 anni e mezzo, che non appaiono segni positivi di crescita e da allora il nostro PIL ha perso nove punti e mezzo percentuali. Nemmeno la modifica del metodo di calcolo del PIL, con l’inclusione delle attività illegali, è riuscito ad arrestare la spirale negativa del nostro sistema produttivo.

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Timidi segnali di miglioramento sul mercato del lavoro: scende al 12,9% la disoccupazione e aumenta il tasso di occupazione al 55,7%; anche gli inattivi aumentano, segno di una rinnovata fiducia e volontà di rientro fra la popolazione attiva.

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Le ore di Cassa integrazione nel 2014 sono state 1.112 milioni, seppur in calo rispetto ai 1.182 milioni di ore del 2013 restano a livelli elevati e corrispondono a una disoccupazione aggiuntiva del 2,2% che porta l’Italia a oltre il 15% di senza lavoro.

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Pur riscontrando alcuni segnali di miglioramento il quadro d’insieme resta ancora molto fragile; il 2015 potrebbe anche essere l’anno di svolta, ma senza le riforme e un abbassamento delle tasse la ripresa rimarrà anemica.

I dati e le tabelle sono estratti dall’Osservatorio Mazziero Research “Italia economia a fine 2014”, che può essere scaricato gratuitamente insieme a tutti i precedenti alla pagina: Indice degli Osservatori trimestrali sui dati economici italiani


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